La Lombardia racchiude tre territori, che riflettono la loro costituzione geologica e climatica nella botanica spontanea o coltivata che possiamo incontrare: area Alpina e Prealpina, Pianura Padana, Oltrepò Pavese.

Boschi di conifere e latifoglie, alpeggi, parchi fluviali, sottoboschi, campi coltivati: la varietà botanica in Lombardia va di pari passo con la variabilità pedoclimatica ed è davvero incredibile.

Il miele lombardo è l’essenza del territorio della Lombardia, frutto di milioni di microprelievi di nettare e di melata. Grazie a tanta variabilità le aziende apistiche lombarde producono molte tipologie di mieli, anche ricorrendo allo spostamento degli alveari per distanze relativamente brevi.

Il miele lombardo è prevalentemente millefiori, ma cospicue produzioni si ottengono dalla robinia, dal tiglio, dal castagno. Nelle zone Alpine troviamo produzioni di miele di rododendro, lampone e melata d’abete. Scendendo sulle Prealpi e in Pianura troviamo distese di tarassaco e boschi inframmezzati da ciliegi. Nei parchi fluviali il falso indaco si sta diffondendo, accanto al rovo. Nelle zone periurbane l’ailanto è ormai parte del paesaggio. Nei campi coltivati annualmente la colza e il senapino sono presenti, sia in autunno che in primavera. Nei prati stabili l’erba medica e il trifoglio sono buoni produttori di nettare.

Mieli lombardi

Millefiori della Pianura Padana

In Pianura Padana troviamo aree fluviali, agricole e aree molto antropizzate.
I millefiori in pianura sono spesso caratterizzati dalla presenza di tarassaco, colza, salici, ciliegi e pruni, da tiglio e ailanto se prodotti nelle zone più antropizzate, da melata, da nettari di piante ornamentali o infestanti, come l’edera, la vite del canadà e il sicyos. I millefiori della Pianura Padana possono avere odori intensi tipici dei nettari di tarassaco o colza, ma non sono mai amari.

Millefiori delle Prealpi e dell’Oltrepò

In queste zone la robinia e il castagno, oltre che dare mieli uniflorali, forniscono la base per millefiori interessanti assieme a trifoglio, rovo, tiglio, acero, pruno selvatico, ciliegio. I millefiori sono la produzione maggiore e, se caratterizzati dalla presenza di castagno, possono essere amari, in modo leggero o mediamente intenso.

Millefiori delle Alpi

Nei territori di alta montagna la raccolta dei nettari avviene principalmente su rododendro, lampone, varie leguminose e ombrellifere presenti nei pascoli come il trifoglio e il ginestrino, timo serpillo, bistorta, erica carnicina e calluna, non-ti-scordar-di-me e salvia selvatica. È possibile la presenza di melata di abete. Odori, aromi e sapori sono molto variabili, generalmente non è amaro. Il colore può essere molto variabile, da chiaro a medio-scuro.

Tiglio

Si raccoglie nelle zone Prealpine e in Pianura. Ha un colore variabile, da molto chiaro a medio. Il sapore è normalmente dolce con possibile percezione dell’amaro, con sfumature aromatiche che ricordano l’albedo e il rosmarino. L’odore e l’aroma sono medio-forti, ricordano le erbe aromatiche, la menta, il timo, l’incenso di salvia, la thuja.

Tarassaco

Si raccoglie in tutta la Lombardia. Ha un colore tipicamente giallo e cristallizza molto rapidamente, generalmente in modo sottile. Il sapore è poco dolce, con note rinfrescanti ed è leggermente amaro. Odore intenso, pungente, di margheritoni e camomilla fresca. L’aroma è avvolgente, di marzapane e tisana di camomilla.

Rododendro

Si raccoglie nelle aree Alpine. Il colore è molto chiaro, avorio quasi bianco. Estremamente delicati, l’odore e aroma ricordano l’aria rarefatta di alta montagna con un lievissimo sentore di pascoli, un insieme di erbe aromatiche e casera dato dalla possibile presenza di nettare di lampone e timo serpillo

Melata (Bosco)

Si raccoglie in tutta la Lombardia. In Pianura e Prealpi la melata è raccolta dalle latifoglie, in alta montagna sugli abeti rossi. Il colore varia da medio-scuro (melata d’abete) a molto scuro. L’aroma caramellato e maltato accomuna i mieli di melata. La melata raccolta sugli abeti darà al miele le tipiche note resinose e vanigliate, mentre quella raccolta sulle latifoglie a quote più basse avrà sentori tipicamente vegetali e di frutta secca.

Erba Medica

Si raccoglie in Pianura Padana, su coltivazioni annuali o prati stabili. Colore chiaro, cristallizza abbastanza rapidamente. Normalmente dolce, è un miele davvero molto delicato, sia nell’odore che nell’aroma. All’olfatto potrete sentire la cera d’api e una nota leggermente vegetale.

Colza

Si raccoglie in Pianura Padana, su coltivazioni annuali. Colore chiaro, avorio. Cristallizza molto rapidamente, di solito in modo molto sottile. Poco dolce, con una percezione fresca. Odore e aroma ricordano quelli della pianta, con sentori sulfurei e di caseificio che generalmente spariscono in bocca lasciando un ricordo di zucchero fondente.

Ciliegio

Si raccoglie nell’arco Prealpino e in zone estese di coltivazione. Colore medio con riflessi arancio. Normalmente dolce, con una caratteristica sensazione grassa. Nell’odore e nell’aroma sono subito percepibili il croccante, l’amaretto e la benzaldeide, con una leggera sfumatura vegetale verde.

Castagno

Si produce nell’arco Prealpino e nell’Oltrepò pavese. Il colore è medio-scuro, con riflessi verdi e arancio. La nota più conosciuta è l’amaro, che prevale rapidamente dopo una prima percezione dolce. Come il miele di robinia è molto ricco di fruttosio e resta liquido a lungo. L’intensità dell’odore e dell’aroma è forte: mallo di noce, china e fiori di lauroceraso al naso, a volte con sfumature di uva fragola, all’aroma prevalgono note erbacee e terrose di rabarbaro e radice di genziana.

Amorpha (Falso indaco, indaco bastardo)

Si raccoglie in Pianura Padana, soprattutto in prossimità dei fiumi. Il colore è caratteristico: da arancio a rosso quando il miele è liquido, rosa quando è cristallizzato. È un miele delicato ma sono ben percepibili l’odore del fiore di amorpha e gli aromi di frutti rossi, fondo di vino rosso e pane rosetta appena sfornato.

Ailanto (Albero del paradiso)

Si produce in tutta la Lombardia, escluso l’arco Alpino. Colore medio, con riflessi spenti grigi. Dolce intenso, con possibili note molto leggere di amaro e astringenza. L’odore e l’aroma sono medi e ricordano il fiore del sambuco e la menta, per trasformarsi in un tripudio di frutta tropicale, uva moscato, pesca, the nero, persiste a lungo il sentore di cassis.

Acacia (Robinia)

Si produce in tutta la Lombardia, escluso l’arco Alpino. Colore chiaro, giallo paglierino. Grazie alla ricchezza di fruttosio resta liquido a lungo, vellutato. il dolce è intenso ma l’odore e l’aroma sono delicati e volatili: ricordi floreali, di mandorla dolce, torrone, vaniglia e cera nuova.

Mieli possibili, mieli impossibili

Accanto ai mieli millefiori e ai mieli uniflorali prodotti abitualmente o meno frequentemente, in Lombardia potete trovare anche dei mieli rari, di eccezionale produzione. Fra questi citiamo i mieli di lampone e di erica calluna, essenze botaniche spontanee presenti nelle aree alpine, e i mieli di grano saraceno e girasole, prodotti nelle aree agricole. Una menzione speciale va al miele di erica della Valchiavenna, zona in cui le condizioni climatiche consentono la presenza eccezionale e la raccolta di questo nettare, normalmente tipico dell’area mediterranea.

Quanti altri mieli possono esistere? Tantissimi! Tanti quante sono le specie botaniche che producono nettare.

Ma è sufficiente vedere un’ape su un fiore per pensare che un miele possa esistere? Il miele di gelsomino o di sommacco maggiore esistono?

Per poter aggiungere l’origine botanica alla denominazione è necessario che i produttori seguano le indicazioni dell’Art.3 del D.Lgs 179/2004: è possibile specificare l’origine floreale o vegetale se il prodotto è interamente o principalmente ottenuto dalla pianta indicata e ne possiede le caratteristiche organolettiche, fisicochimiche e microscopiche. Nel dubbio è buona pratica per i produttori fare delle analisi prima di azzardare un’origine botanica rara, per garantire ai clienti un miele con la corretta denominazione.